Consulta
delle società scientifiche
per la riduzione
del rischio cardiovascolare

Lettera/appello al Ministro Speranza: le priorità vaccinali secondo la Consulta Cardiovascolare

Mar 15, 2021

Egr. Sig. Ministro On. Roberto Speranza

desideriamo portare con urgenza alla Sua attenzione il punto di vista della Consulta delle Società Scientifiche per la Riduzione del Rischio Cardiovascolare (https://www.consulta-scv.it/) sul tema delle priorità nella scelta di pazienti per la campagna vaccinale.

Le “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3014_allegato.pdf) emanate lo scorso 8 febbraio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su indicazione del Ministero della Salute e delle sue Agenzie (Istituto Superiore di Sanità, Agenas e AIFA) riportano quanto segue: Nel definire i gruppi a cui dare priorità nella campagna di vaccinazione si è tenuto conto, anche attraverso un confronto con società scientifiche di riferimento, innanzitutto della particolare fragilità di alcune categorie di cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche in quanto correlate al tasso di letalità associata a COVID-19 per danno d’organo preesistente o compromessa capacità di risposta immunitaria a SARS-CoV-2.

Premesso che non sono note le modalità adottate per il confronto con le società scientifiche, incluse quelle della Consulta, che posseggono tutte le competenze scientifiche nei più rilevanti domini clinici, (in ambito non solo cardiovascolare, ma anche metabolico, nefrologico, internistico), è il metodo adottato per identificare tali priorità che desta perplessità e suggerisce qualche riflessione.

Sebbene non esplicitato nel documento, il metodo utilizzato sembra essere quello della rassegna degli studi scientifici fino ad ora pubblicati sull’argomento. Non abbiamo dubbi sul fatto che tale rassegna sia utile e sia stata fatta in modo sistematico e rigoroso (anche se sarebbe opportuno e legittimo disporre della documentazione in proposito). Il problema che stiamo affrontando tuttavia non si esaurisce con un elenco di studi, anche se completo e dettagliato. Rileviamo due limiti in questo approccio: 1) ogni malattia/condizione ha uno specifico peso nell’aumentare la probabilità che il contagio esiti in manifestazioni cliniche severe/critiche/fatali; 2) con l’accumularsi delle evidenze, abbiamo imparato che tali manifestazioni colpiscono prevalentemente i pazienti affetti da comorbosità (e quasi mai pazienti affetti da un solo stato morboso).

Questi limiti potrebbero essere superati se facessimo tesoro di quanto è successo nel recente passato per trarne indicazioni su come agire nel prossimo futuro. In altri termini, abbiamo sufficienti dati per identificare chi ha contratto manifestazioni cliniche severe/critiche/fatali da marzo 2020 in poi e per conoscere le malattie di cui soffrivano, potendo così delineare il profilo clinico complessivo dei cittadini a maggior rischio. È esattamente ciò che è stato fatto da un gruppo di lavoro “Monitoraggio e valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali”, attivo presso la Direzione Programmazione del suo Ministero. La Lombardia, rappresentata a quel tavolo della Direzione Generale Welfare, si è proposta come Regione pilota mettendo a disposizione i dati per la messa a punto del modello. Altre regioni dell’Italia settentrionale (Valle d’Aosta), centrale (Marche), meridionale (Puglia) e insulare (Sicilia) hanno poi aderito al progetto, mettendo a disposizione i dati secondo un modello e un disegno concordato.

La Consulta delle Società Scientifiche per la riduzione del rischio cardiovascolare ha studiato attentamente il report ed ha avuto modo di verificare il rigore dell’approccio, la rilevanza dei risultati e le implicazioni che l’adozione del modello comporterebbe.

In sintesi, il modello è stato messo a punto con i dati della prima ondata epidemica lombarda (marzo-giugno 2020), e poi validato con i dati della seconda ondata lombarda (luglio-dicembre) e dell’intero periodo epidemico della Valle d’Aosta, Marche, Puglia e Sicilia. Il modello ha consentito di attribuire ad ogni cittadino di età compresa tra 18 e 79 anni un punteggio (che è stato definito dagli autori CVS, acronimo dell’inglese Covid Vulnerability Score) che definisce il rischio di sperimentare manifestazioni cliniche severe/critiche (intubazione meccanica) e di decesso in funzione delle malattie di cui soffre e dei medicinali con cui è curato. Il punteggio CVS ha documentate ed eccellenti capacità di identificare la maggior parte degli individui a rischio effettivo, e di escludere quelli con basso rischio. Tali proprietà del modello sono di gran lunga superiori rispetto a un modello che si limiti a un elenco di condizioni riportate nel documento sopra citato. Infine, il punteggio CVS è agevolmente ottenibile in modo automatico da tutte le Regioni Italiane, visto che i dati per calcolarlo sono quelli che le Regioni usano per rimborsare i servizi pubblici e convenzionati che erogano le prestazioni sanitarie.

Una strategia vaccinale che tenga conto del modello da noi proposto consentirebbe di evitare centinaia di manifestazioni cliniche critiche (intubazioni) e decessi causati dal COVID-19. Oltretutto, il modello trova applicazione non solo per le priorità vaccinali, ma anche ad esempio per il trattamento con anticorpi monoclonali. Il razionamento sarà anche in questo caso inevitabile … ma con quali criteri razionare?

Vorremmo concludere questo appello con una considerazione e un auspicio. La comunità scientifica nel suo complesso ha una grande responsabilità deontologica e civile, che l’attuale crisi pandemica ha messo in grande evidenza. La responsabilità è quella di supportare le istituzioni nel prendere decisioni in un contesto drammaticamente incerto. È con questo spirito che l’insieme delle società scientifiche della nostra Alleanza si rivolge alla massima Autorità Istituzionale del nostro sistema sanitario, evitando ovvero di portare posizioni eccessivamente focalizzate su uno specifico setting clinico, affrontando altresì il problema nel suo complesso, con la proposta di strategie concrete e rigorose.

Sulla base di queste considerazioni, Le rinnoviamo la nostra più completa disponibilità ad approfondire il tema della prioritizzazione degli interventi preventivi e curativi in funzione della vulnerabilità clinica.

Il Coordinatore Scientifico della Consulta, Giuseppe Mancia

Il Segretario della Consulta, Giuliano Buzzetti

Le Società Scientifiche aderenti alla Consulta

Associazione Medici Diabetologi (AMD)- Paolo Di Bartolo

Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) -Dario Manfellotto

Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) – Silvestro Scotti

Società Italiana Angiologia e PAtologia Vascolare (SIAPAV)- Guido Arpaia

Società Italiana di Diabetologia (SID) -Agostino Consoli

Società Italiana di Diagnostica Vascolare con la collaborazione della Federazione Italiana Vascolare Onlus (SIDV-FIV) – Giacomo Failla

Società Italiana di Farmacologia (SIF)- Giorgio Racagni

Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA)- Guido Grassi

Società Italiana di Nefrologia (SIN)- Piergiorgio Messa

Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC)- Massimo Volpe

Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA) -Marcello Arca

Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi (SISET)- Paolo Gresele

Società Italiana di Statistica Medica ed Epidemiologia Clinica (SISMEC)- Giovanni Corrao

Società Italiana per la Salute Digitale e la Telemedicina (SIT)- Antonio Vittorino Gaddi

Società Italiana di Terapia Clinica e Sperimentale (SITeCS) -Alberico Catapano