Consulta
delle società scientifiche
per la riduzione
del rischio cardiovascolare

UK: niente soldi pubblici all’omeopatia

May 18, 2010

Alla conferenza annuale dei giovani medici, gli esponenti della British Medical Association (BMA, http://www.bma.org.uk/) hanno votato con una schiacciante maggioranza contro l’uso dei soldi del servizio sanitario inglese (NHS) a supporto dell’omeopatia, che non ha alcuna base scientifica. Secondo Tom Delphin, vice presidente della BMA, “Homeopathy is witchcraft (L’omeopatia è stregoneria) ed è un’autentica vergogna che a Londra […] vi sia un National Hospital for Homeopathy, pagato dal servizio sanitario”.

I cosiddetti ‘farmaci’ omeopatici in realtà non sono affatto farmaci, in quanto non devono sottostare alle stesse rigide regole necessarie per l’approvazione nel mercato da parte delle autorità regolatrici FDA negli Stati Uniti ed EMA in Europa. I prodotti omeopatici sono il risultato di diluizioni seriali di una sostanza originale, che nella formulazione finale del prodotto è presente in una concentrazione minore della costante di Avogadro (6·022×1023 mol−1).

Quindi, i prodotti omeopatici non contengono niente della sostanza originale, ma solo la ‘memoria’, appunto, e attraverso quella dovrebbero avere effetto. Al contrario di quello che affermano i sostenitori dell’omeopatia, non è vero nemmeno che tali farmaci -se non danno benefici, ma sono solo strumento di possibili effetto placebo- non causino danni alla salute, come dimostra il recente caso dello ZICAM, un prodotto omeopatico contenente zinco che ha causato la perdita del senso dell’olfatto (anosmia) in chi lo usava contro il raffreddore. Ora negli Stati Uniti lo ZICAM è al centro di un numero crescente di cause legali. Anche il bollettino trimestrale della Società Italiana di Farmacologia dedicato alla farmacovigilanza raccomanda contro l’uso di ZICAM: http://www.farmacovigilanza.org/focus/200912/.

In Italia, una petizione pubblicata il 6 dicembre 2009 su “La Scienza in rete” (http://www.lascienzainrete.it/petizione-ricerca-omeopatici) e indirizzata al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi e al Viceministro della Salute Ferruccio Fazio andava nella stessa direzione della mozione della BMA: no ai fondi pubblici per la regolamentazione dei farmaci omeopatici. Secondo la comunità medico-scientifica che ha promosso la petizione e raccolta firme, rappresentata dalla Consulta delle Società Scientifica per la riduzione del rischio cardiovascolare, “La valutazione a tappeto di 30.000 prodotti omeopatici ai fini dell’innocuità e la successiva registrazione da parte dell’AIFA, oltre a rappresentare uno spreco delle risorse pubbliche – centinaia di migliaia di ore di lavoro amministrativo gettate al vento con un impatto economico presumibilmente misurabile in milioni di euro – corre il rischio di essere percepita da un parte non trascurabile della popolazione come un’attestazione di efficacia, che ne legittimerà l’uso, con rischi significativi per la salute dei pazienti”.

A differenza dell’Italia, dove -a quel che ne so- la petizione non ha avuto seguito, in UK la mozione verrà presentata all’intera associazione nel corso della conferenza plenaria del giugno prossimo e, se approvata, diventerà una linea-guida ufficiale. “Sarebbe meglio che il Servizio Sanitario Nazionale concentrasse gli sforzi sui trattamenti che portano dei benefici reali – ha spiegato nella stessa conferenza il presidente del comitato dei giovani medici scozzesi, Gordon Lehany – e non già su rimedi che finora non hanno alcuna valenza scientifica. Chi vuole curarsi con l’omeopatia, è libero di farlo, ma pagando di tasca propria”. Forse per via del mio background in biotecnologie, ma non posso che essere d’accordo con Gordon Lehany.

Pubblicato da: Silvia Camporesi

http://scienzaedemocrazia.blogspot.com/2010/05/uk-niente-soldi-pubblici-allomeopatia.html